diagnostica strumentale 

ultrasuoni

Danno per incaglio (strumenti impiegati: scanner ultarsuoni)

Danno per movimentazione (strumenti impiegati: scanner ultarsuoni)

Danno per collisione (strumenti impiegati: scanner ultarsuoni)

Analisi spessori scafo alluminio (strumenti impiegati: scanner ultarsuoni)

L'utilizzo della tecnica di diagnostica con ultrasuoni permette di definire le condizioni della struttura esaminandone all'interno il materiale di cui è composta, ovvero un'analisi qualitativa delle discontinuità invisibili ad un'ispezione visiva. Il dato che l'operatore deve saper interpretare è il "travel time" (TT = T2-T1; dove T1 = emissione onda US dalla sonda e T2 = ritorno dell'eco alla sonda) ovvero il tempo impiegato dall'onda US a raggiungere la discontinuità (= brusca variazione di impedenza acustica) e tornare come eco alla sonda; appoggiando la sonda alla superficie il display dello strumento visualizza un ecogramma generato dal TT, la sua corretta interpretazione offre importanti informazioni sullo stato della struttura in quel preciso punto.

Difetti ricercabili: 1. delaminazione pelle esterna e/o delaminazione strati interni dello scafo; 2. scollamento e/o frattura delle strutture interne; 3. delaminazione recessi chiglia; 4. laminazione non conforme alle specifiche costruttive; 5. delaminazioni della coperta; 6. delaminazioni su alberi in carbonio; 7. analisi sartiame in tondino e arridatoi; 8. analisi dei prigionieri della pinna di zavorra.

Esecuzione test: imbarcazione alata, lavata, appoggiata su idoneo invaso, asciutta (minima permanenza a terra 3gg), area da indagare ripulita da residui di antivegetativa e portata a gelcoat - mappatura con passo longitudinale da min 80mm a max 200mm e passo trasversale da min 100mm a max 300mm - evidenziazione punti critici con tracce colorate - report cartaceo - documentazione fotografica.

termografia - ir

Analisi termografica propulsori (strumenti impiegati: termocamera)

Analisi termografica scafo (strumenti impiegati: termocamera)

L'analisi dei campi termici dello stratificato consente di individuare aree con diverso assorbimento di umidità ovvero %RH, costituisce pertanto una valida tecnica diagnostica nella prevenzione e nel ripristino dei fenomeni osmotici; un attento esame delle temperature superficiali può indicare anche precedenti riparazioni.

Analogalmente l'impiego di tale metodo diagnostico nell'esame degli impianti elettrici di bordo può evidenziare temperature fuori norma, altrimenti non visibili, attribuibili ad assorbimenti anomali di conduttori, difettosità di funzionamento di magnetotermici, ecc. prevenendo i guasti con idonei interventi manutentivi.

La termografia è uno strumento qualitativo per la ricerca di qualcosa di invisibile ad un'ispezione visiva con produzione di immagini molto interessanti ma l'apparente rapidità ed immediatezza non sono reali, i termogrammi non sono radiografie, non è quindi possibile vedere all'interno di un oggetto opaco costruendo un'immagine 3D, tuttavia una corretta analisi dei dati, procedure ben definite ed i nuovi strumenti estremamente sensibili garantiscono l'identificazione delle discontinuità cercate.

osmosi - Mappature %RH (umidità opera viva) 

Trattamento anti osmosi (strumenti impiegati: moisture-tester e termocamera)

Definizione: fenomeno fisico per cui se tra due soluzioni di concentrazione differente viene posta una membrana semipermeabile le molecole del solvente della soluzione a concentrazione minore passano nella soluzione a concentrazione maggiore. Su di uno scafo in vetroresina: la soluzione a concentrazione minore è l'acqua, la soluzione a concentrazione maggiore è la resina poliestere e la membrana semipermeabile è il gelcoat.

L'osmosi come "difetto": fase 1 - infiltrazione d'acqua, l'acqua penetra nelle microporosità dello stratificato; fase 2 - stagnazione, valori di %RH fuori norma - lo stratificato può asciugare per capillarità senza subire danni. Si asporta il vecchio gelcoat e si lascia asciugare per capillarità lo stratificato, si applicano un fondo epossidico ed un primer e la carena è pronta a ricevere un nuovo trattamento antifouling; fase 3 - idrolisi del poliestere, decomposizione chimica del poliestere con formazione di acido acetico; fase 4 - delaminazione, il fenomeno degenera, scollaggio del gelcoat dallo stratificato e formazione di bolle, idrolisi dei vari strati dello stratificato e conseguente delaminazione. Occorre asportare il gelcoat e tutte le fibre dello stratificato interessate, lasciare asciugare procedendo con ripetuti lavaggi con acqua dolce, ricostruire con resina epossidica quindi finire con stucchi epossidici e primer.

In conclusione: si tratta di un problema di umidità trascurata che satura lo stratificato in poliestere!

Valori alti di %RH (percentuale di umidità relativa) dello stratificato non sono necessariamente indice di osmosi (inteso come difetto), è possibile mettere in atto una prevenzione del fenomeno con semplici attenzioni come: manutenzione regolare della carena, asciugatura di sentine e gavoni, ripristino dei piccoli danni del gelcoat, corretta abrasivazione dell'antifouling, corretto uso dell'idropulitrice, invernaggio a secco, utilizzo di fondi impermeabilizzanti, controllo sistematico della %RH dello stratificato. Il controllo sistematico dei valori %RH dello stratificato in occasione dell'alaggio periodico dell'unità costituisce il punto focale della prevenzione ed è accertabile solo con strumentazione specifica (moisture tester tarati per laminati in PRFV); quando in carena si ha un riscontro visivo - bolle - l'intervento di ripristino è invasivo e costoso!

Verifica Correnti Galvaniche

la corrosione galvanica è un problema spesso sottovalutato; se due metalli di materiale differente vengono immersi in una soluzione salina e collegati tra loro elettricamente, particelle dell'uno migrano verso l'altro intaccandone l'integrità: ovvero corrodendolo. In un moderno marina troviamo pinne di zavorra, eliche, linee d'asse, passascafi, catenarie, pontili galleggianti, tutti di diverso materiale; il loro assoluto isolamento elettrico risulta sicuramente molto difficile!

Un corretto ed efficiente impianto elettrico di bordo non sempre è sufficiente ad evitare il fenomeno, basti pensare al collegamento elettrico con la banchina; il polo di terra del cavo elettrico, sempre collegato anche con l'interruttore della colonnina in off, può rendersi causa di un collegamento fra le parti metalliche delle imbarcazioni contemporaneamente connesse al 220v di banchina! La protezione si ottiene posizionando degli zinchi definiti "anodi sacrificali" poichè la loro funzione è quella di corrodersi prima degli altri metalli. Posizione e dimensione degli zinchi non solo sono legati alla singola unità (per accessori elettrici installati o modifiche dell'impianto originario) ma altresì al marina di stazionamento ed alle unità vicine; al fine di una corretta protezione dalle corrosioni galvaniche dell'imbarcazione è bene effettuare un'ispezione a bordo con l'unità al proprio ormeggio e l'impiego di strumenti in grado di monitorare le eventuali correnti esistenti e l'idonea copertura anodica. Il controllo è vivamente consigliato soprattutto qualora in occasione dell'alaggio periodico dell'unità si riscontri un aumentato consumo degli zinchi od anche un minore o quasi nullo consumo degli stessi.